La Vertical più corta che c’è

Quando ho visto la locandina della Vertical degli Acaja a Pinerolo, mi sono subito precipitato su wedosport, la crisi di astinenza da vertical cominciava a diventare preoccupante…

Poi mi arriva la mail di conferma e mi dico: nooooooo così corta?

1,2 km per 100 metri di dislivello, è una cosa che merita? ci sarà da fidarsi?

E’ pur sempre un prologo dei Vertical Sunsets, quindi la garanzia ci sarebbe.

Gli ingredienti poi sono i soliti e ormai supercollaudati: pacco gara monumentale, atmosfera scanzonata nonostante la presenza di autentici fuoriclasse della salita, organizzazione top, partenza ogni 10 secondi, polmoni a tutta per X minuti e arrivo mistico tra ali di folla in cima a qualche bricco da favola sconosciuto persino a google maps.

Qui però qualcosa non torna; si parla di coinvolgere amministrazioni, volontari, proloco, associazioni, ottenere permessi tra mille sbattoni, coinvolgere sponsor, pizzerie, birrifici, montare gazebo e offrire premi che ad esempio in altre gare neanche un pacco di pasta…

E il tutto a un costo così irrisorio che ti viene da dire: ma non è troppo poco? Dov’è l’inganno?

Si parla anche di chiudere il centro di Pinerolo…Noooo chi lo farebbe mai…

Figurati…lasciamo stare e stiamo a casa a sognare, sarà una bufala.

Pensa che bello sarebbe però se qualcuno un giorno organizasse una Vertical proprio nel centro di Pinerolo.

Organizzando magari le partenze ogni 15 secondi, facendoci correre sul ciotolato di via Trento per poi girare subito per via Principi d’Acaja che la strada comincia a salire e i polmoni sarebbero già a mille. La strada poi si stringe sempre più che non riesci neanche a sorridere al fotografo (ah già dimenticavo, c’è pure il servizio fotografico che poi puoi andare a scaricarti tutte le foto che vuoi).

Il cuore qui batterebbe all’impazzata e cominceresti a non sentirti più le gambe e via via il resto del corpo; la salita ci mette del suo e diventa poi ancora più ripida fino a un vecchio pozzo dove un angelo ti direbbe: di qua, indicandoti la discesa…

E allora ti butteresti all’impazzata come se ti avessero liberato da 10 anni di prigionia e non importa se piove o il ciotolato è bagnato e rischieresti di rotolare tra le braccia dell’ennesimo volontario che ti indicherebbe un sentiero lungo mura antiche che non ti sembra mica di essere a Pinerolo ma a Monteriggioni.

Ma tanto sapresti già che alla prossima curva la salita riprenderà, deve riprendere e quando lo fa, sbatteresti contro un muro. Vorresti raggiungere quello davanti a te ma la gravità non ci sta, vuole vincere, vuole batterti, vuole sempre batterti e allora devi portartela su con te, come uno zaino che aumenta di peso manmano che sali.

E poi magari qualcuno ti chiederebbe: siete già partiti? E tu capiresti la domanda ma il tuo viso e le tue corde vocali sarebbero congelate dallo sforzo che forse riusciresti ad alzare impercettibilmente solo un sopracciglio.

Guarderesti l’orologio e quando scatta il chilometro penseresti: ma sono solo 5 minuti e 27 che corro?

Poi sentiresti qualcuno che dice: “dai, mancano solo 200 metri” ed è come se avessi mangiato un barattolo di spinaci e avessi le ancore tatuate sugli avambracci.

Se ci fosse l’arrivo davanti alla Chiesa di San Maurizio, sul punto più alto di Pinerolo, sarebbe poi il massimo; arriveresti in estasi purgato da ogni tuo peccato in questa singolare via crucis che solo qualcuno che ha veramente la passione della corsa, potrebbe organizzare.

E poi penseresti che in 6 minuti e 46 secondi normalmente neanche hai ancora cominciato a riscaldarti mentre adesso hai già finito ma devi aspettare che la lancetta del cuore torni su Normal prima di poterti guardare intorno.

E quando lo farai, ringrazierai di esserti fidato di quel diavolo di Omar che ci ha preso di nuovo.

E fu così che un giorno, dalla piazza della Cattedrale di San Donato, qualcuno organizzò la Vertical più corta che c’è…